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CLUB TRE TORRI RENATO DALL'ARA

Presidente: PIERO GASPERINI 
Tel: 347 8570200
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Il club nasce il 1985, vicino alle due torri, presso la Rosticceria Vanes di Strada Maggiore, sotto le due torri, gestito da Orsini, l’ideatore dell’iniziativa.

Orsini pensò di lanciare un appello all’interno di una trasmissione televisiva locale, trasmessa su Rete 7, in cui si parlava del Bologna, per richiamare tifosi ad affiancarlo nella creazione di un nuovo club rossoblù.

Erano anni difficili per una società che tre anni prima aveva conosciuto la prima retrocessione, per poi scendere incredibilmente anche in terza serie, ma c’erano tifosi come Orsini che ritenevano fossero proprio i momenti più importanti per stare vicini alla squadra e alla società, che stava comunque trasmettendo segnali di ripresa.

L’avvocato Piero Gasperini, che aveva iniziato a seguire il Bologna a 10 anni, accompagnato dagli zii, e che sarà ininterrottamente abbonato dal ’67 fino ad oggi, con l’unica eccezione dell’anno di Fabretti per protesta, rispose all’appello, decidendo di associarsi.

Tra i soci fondatori, oltre a Orsini e al giovane avvocato, c’era anche Antonio Bovina, direttore sportivo dello scudetto, mentre il presidente onorario fu nominato, e rimase per alcuni anni, Romano Draghetti.

Gasperini ben presto divenne il presidente del club, per poi velocemente diventare anche una figura importante del Centro Bologna Clubs, prima come consigliere, poi, per più mandati, come presidente dell’organizzazione, un ruolo che ricoprì complessivamente per 13 anni in periodi diversi.

Ancora oggi l’avvocato Piero Gasperini è un riferimento importante della struttura del tifo organizzato rossoblù, quale probiviro e componente del Consiglio Direttivo del Centro Bologna Clubs.

Il club Tre Torri nacque con l’intento di simboleggiare l’unione che secondo i fondatori doveva esistere tra la squadra di calcio e la città, come è sintetizzato nel logo, con la torre di Maratona, simbolo della casa del Bologna, unita alle Due Torri.

Con la chiusura della prima sede, per diversi anni i soci si sono trovati presso la storica Pasticceria Calderoni, in via Indipendenza, dove ogni mese i soci si riunivano nella saletta al primo piano, alla presenza di ospiti importanti del mondo Bologna.

La definitiva chiusura anche di Calderoni impose la ricerca di una nuova sede, che si identificò presso il circolo tennis di Casalecchio di Reno, in via Allende 3, allora gestito dal presidente Bruno Pozzi, dove si svolgevano anche le cene sociali, godendo dell’alta qualità della cucina gestita dalla madre del presidente.

Ancora oggi la sede ufficiale del club è al circolo tennis di Casalecchio, anche se la presidenza è passata a Giorgio Germani, mentre la sede operativa è diventata la sede dell’Aris Bar di Casalecchio di Reno.

Inizialmente lo statuto, uno dei primi ad essere certificato da un atto notarile, prevedeva un massimo di 30 iscritti, un vincolo poi revocato, in anni in cui i soci sono arrivati ad essere anche più di 100.

Da qualche anno, causa anche la pandemia, si è tornati alle origini, con il numero di soci che non superano le 50 unità.

Attualmente il vicepresidente è il vecchio tifoso Silvano Sabbioni, orgoglioso di ricordare di avere fatto anche un provino per la primavera del Bologna, quando da giovane roccioso difensore giocava in una squadra di amici creata a Borgo Panigale.

Per molti anni al Dall’Ara è comparso lo striscione del club “Il Bologna non si discute … si ama”, posizionato in alcuni periodi in tribuna, in altri nei distinti, in quanto molti soci erano abbonati in tribuna, mentre altri sedevano nei distinti centrali.

Si cercava di collocare lo striscione nella zona dove era presente il maggior numero di soci del club, anche se la logica che prevede tutti gli iscritti presenti sempre nello stesso posto vicino allo striscione che contraddistingue il club è più tipica dei gruppi della curva.

Il club si è sempre distinto per la qualità dei soci, oltre che per l’alto livello della loro passione per i colori rossoblù, visto che un buon novanta per cento degli iscritti è sempre stato abbonato e non è mai mancata una rappresentanza del club anche in trasferta, con punte importanti negli anni magici, anche se il record si è registrato in una trasferta a Lucca, dove purtroppo il Bologna perse 2 a 1.

Le storie più divertenti sono legate agli anni novanta, quando capitava spesso che Ulivieri partecipasse agli incontri del club da Calderoni, quando erano mitici i suoi duetti col socio Achille Cangini e si sprecavano i racconti a luci rosse di alcuni soci più attempati, che ricordavano le frequentazioni a luci rosse delle case chiuse negli anni cinquanta, anche da parte di giocatori del Bologna.

Da qualche anno quello che fu il club più importante della storia del Centro Bologna Clubs, il “Club Renato Dall’Ara”, che negli anni migliori raggiunse anche il numero record, non solo per Bologna, di 1200 iscritti, con la scomparsa di buona parte dei soci fondatori, si è fuso con il Club Tre Torri, aggiungendo al club il riferimento al più grande presidente di sempre della storia del Bologna.

All’inizio del 2010 “Siamo Bologna” intervistò Piero Gamberini, dedicando uno speciale al club Tre Torri, qualche mese dopo le celebrazioni del centenario del Bologna.

“(…) Come ti sono sembrate le feste del centenario e le pubblicazioni?

Molto ben curata e sicuramente riuscita la festa dello stadio; bellissima l’enciclopedia. Ma, anche sentendo i commenti di gente che magari frequenta raramente lo stadio, la cosa che ha colpito di più i tifosi è stato il museo del Bologna; io credo che sarebbe stato bello farlo durare almeno fino a Natale e soprattutto avrei molto gradito una sorta di museo itinerante che portasse in giro un po' di cimeli dei cento anni nei principali paesi della provincia.

Hai una spiegazione per il calo di presenza allo stadio?

Sembra diventato impossibile, se si eccettuano le partite con Juve, Inter e Milan o quelle decisive di fine anno magari a prezzi stracciati, rivedere lo stadio pieno; ormai ci siamo abituati ai quindici mila spettatori come se fosse una soglia quasi insuperabile.

I motivi sono tanti, a cominciare ovviamente da Sky, regno della comodità e porto sicuro per chi vuole evitare code ai botteghini o ai tornelli, maltempo o possibili incidenti; poi indubbiamente incide il troppo calcio propinato in tv, con anticipi e posticipi in ogni giorno della settimana rispetto a un passato in cui la partita di domenica pomeriggio aveva ancora un sapore magico. E non dimentichiamo comunque che dai tempi di Roberto Baggio e Beppe Signori non ci sono più stati giocatori di richiamo, che secondo me anche oggi potrebbero portare a un boom di abbonamenti.

Come vedi la tessera del tifoso?

Non la vedo assolutamente come una soluzione, ma solo come un modo per spostare il problema senza risolverlo; può essere una formula di possibile controllo sociale e può aiutare soprattutto le società più grosse a sviluppare il marketing, ma è soprattutto l’ennesima limitazione che colpisce la sana passione per il calcio. In questo caso parlo comunque a titolo personale, perché non tutti gli iscritti al club la pensano così.

Cosa vi accomuna ai gruppi della curva e cosa vi divide?

Ci accomuna la grande passione per il Bologna, la voglia di tifare sempre e nonostante tutto, l’organizzazione di qualcosa di bello come può essere stata la coreografia di Bologna-Genoa, in cui noi del CBC abbiamo messo tutto l’impegno e i ragazzi della curva sono stati fantastici sia a dedicare una settimana alla preparazione delle bandiere sia a curare la distribuzione allo stadio.

Non era facile portare avanti un’idea da quarantamila euro di autofinanziamento, ma questa è la dimostrazione di come si può essere molto uniti pur nella diversa mentalità.

Riusciresti a definire in poche parole l’evoluzione del tifoso da quando segui il calcio?

Si è passatoi dai primi club organizzati degli anni ’60 al movimento ultras degli anni ’70-’80, per finire all’era di internet esplosa nell’ultimo decennio, che sta portando i tifosi a confrontarsi sui forum e a generare veri e propri movimenti di opinione impensabili fino a pochi anni fa.

Pronostico secco sul campionato?

Sarà dura, ma la nostra favola centenaria continuerà in serie A.”

Negli ultimi tempi il club ha accolto anche il supertifoso rossoblù Gabriele Gandini, il proprietario della catena bolognese “Aris Bar”, che da qualche anno ha rilevato anche uno dei locali storici di Casalecchio di Reno, l’ex Bar Pasticceria “Dolce Lucia”, realizzato tanti anni fa dove c’era il cinema Fiammetta, interessato a collegarsi al tifo rossoblù anche nella nuova sede di Casalecchio, rendendola disponibile come sede operativa, senza pensare di creare un nuovo club di tifosi rossoblù in un comune dove ne esistono già 3: “Turisti Group”, “Xa Vut da la Vetta” e “Tre Torri Renato Dall’Ara”.